venerdì 23 marzo 2012

Baita del running n. 8: siamo rondini o pollastri?

Segui la rondine!
1526 runners a Cividale del Friuli per la Marcia delle Rondini non sono bruscolini. Questa volta le colline dell'Estremo Oriente d'Italia non hanno tradito la loro fama: cielo nuvoloso, pioggerellina leggera e rigoglio di natura verde.
Le aspiranti 1526 rondini si dividono in due percorsi: quello da 6km per i gaudenti che corrono nel centro storico del borgo e quello da 23km per i penitenti che si sciroppano 600m di dislivello fino al Santuario di Castelmonte e ritorno. Il percorso medio da 12Km è stato cancellato la sera prima e oramai le alternative sono due: godere o espiare.
Si sceglie l'espiazione, gambe in spalla e via dietro il logo della rondinella bianca che marca il percorso dei 23km. Al 6°km l'inizio della salita, la prima fame, il primo ristoro e la voce saggia del ristoratore: "non stare ad ingolfarti che la salita è lunga!". Orpo. In genere cercano sempre di minimizzare, vuoi vedere che stavolta è brutta davvero.
Ragazzi che mazzata. Se lungo i 5Km iniziali ci scrutavamo l'un l'altro magliette e accessori come adolescenti di sabato pomeriggio, oramai la salita livella tutto e tutti. Una colonna di pollastri che volevano essere rondini si trascina per il sentiero sterrato, denti stretti e cosce dure.
Le rondini si cibano di salame
Non finisce più, ma nel suo genere è bellissima. Si regredisce alla soddisfazione infantile di mettere un piede davanti all'altro. Su fino alla cima, avvolta dalla nebbia fredda come si conviene alla tradizione di Castelmonte.
E' il 12°km, un nonnulla in gare normali, eppure si nota la palpebra barzotta delle grandi fatiche. Gli psicologi del ristoro approntano un cartello invitante in arte naif che riattizza subitanea l'attenzione. Con un the caldo in mano ci si lamenta della salita, ma un runner in vena di ottimismo mi ammonisce prontamente "vedrai la discesa, è ancora peggio!".
Discesa in paradiso
E invece non è vero. Finalmente le gambe girano un po' più velocemente, i chilometri si susseguono più rapidi e la collina non sembra più un drago da domare. Le cosce dure ora bruciano per lo sforzo di controllare il corpo, ma è una corsa folle e allegra.
Fino al 19°Km, utimo ristoro presso la storica sede della Casa del Miele di Gigi Nardini. Il titolare è una celebrità delle Valli del Natisone, sosia sputato di Luciano Pavarotti e pare sia comparso una volta persino nel TG1 delle 20.
Sempre con il solito the caldo, nasce un dibattito acceso tra runner in debito di glucosio: è stata peggio la salita o la discesa? Un po' come chiedere se preferisci le bionde o le more. Si discute senza costrutto e poi ognuno riparte per gli ultimi 4km con la sua opinione di prima.
Sembra ormai fatta, ma i sadici organizzatori ripropongono un paio di salite  perchè siamo nati per soffrire. 
All'arrivo noi pollastri siamo ufficialmente rondini di primavera. Ora voglio un nido con un piatto di pasta.


alessandro.giuriani@gmail.com
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Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia.
(Marco Pantani)

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