giovedì 29 dicembre 2011

Baita del riutilizzo n. 1: lunga vita ai pacchi

Senti qui che idee!
Onestamente: a Natale non siete strabiliati dalla quantità enorme di rifiuti inutili che si accumulano?
Ci sono i nastri variopinti che chiudono i pacchetti che ricoprono le scatole che contengono i regali.
Ci sono i visceri dei cestini gastronomici! Per sembrare più pieni hanno un doppio fondo di polistirolo (o paglia) che pare copiato dai trafficanti colombiani.
E poi scatole di panettoni, sacchetti per trasportare i regali, vecchie stelle comete.
Tutti nel cassonetto, e non sempre quello giusto.
Ragazzi, a volte è un rompicapo. Dove mettere il polistirolo? La paglia? I piatti di plastica usati? La carta metallizzata? Lo scotch?
Così, per non sapere nè leggere nè scrivere, finisce tutto nell'indifferenziato. Persino la civilissima Udine in questi giorni trabocca di immondizia come una discarica sub-sahariana.
La mattina di Natale è una brutta bestia: siamo assatanati, carichi di adrenalina da apertura doni. Buttiamo ogni cosa all'aria e poi tutto il mucchio nel primo cassonetto libero.
SI'!!!
E pensare che basterebbe così poco. Qualche dritta? Eccola.
NO!!!
1) il principio dell'imballaggio reversibile: l'idea è che ogni "impacchettamento" possa essere aperto senza che sia distrutto e quindi venga riciclato. Mi spiego: se incartiamo un libro come un origami giapponese e fissiamo il tutto con lo scotch, chi lo apre non potrà fare a meno di strappare tutto. Risultato: rifiuti.
Se invece usiamo per lo stesso libro un sacchetto di carta decorato e chiuso con un'etichetta "dolce", una volta aperto lo stesso sacchetto potrà tranquillamente essere riutilizzato il 25 dicembre dell'anno prossimo.
2) l'assioma del Nostro Nastro: tutti i pacchetti hanno un nastro. E vabbè. Ma è proprio necessario che sia annodato e stretto come le spire di un boa? Che ci voglia un machete per tranciarlo? E che poi i suoi miseri resti vengano buttati ai vermi?
Perchè invece non un fiocco leggero, un inserto di passamaneria d'argento, un fiore artificiale che si sciolgano con facilità?
E che, una volta aperto, diventino nostri come il regalo che racchiudono?
Riportaci l'imballaggio!
3) la nobile arte del vuoto a rendere: spesso non possiamo conservare e riutilizzare alcune carte da pacchi in quanto portano il logo del negozio d'acquisto. Perchè non incentivare con "saldi maggiorati" coloro i quali restituiscono questi imballaggi in buono stato? Esempio: un giubbotto saldato al 30% potrebbe essere venduto con il 35% di sconto al riciclatore virtuoso. Doppio risultato: un potenziale cliente ritornerà in negozio e vorrà approfittare di un'offerta guadagnata con il suo comportamento.
Il nirvana della scatola
4) la reincarnazione delle scatole: quelle di Natale sono fantastiche. Colorate, solide, accattivanti. Talmente variopinte che rischiate di trovarle subito anche nella vostra lugubre cantina. E allora fatele rinascere, riutilizzatele, date loro una nuova vita: possono servire come custodie per i fili delle luminarie dell'albero di Natale, per le palline o per le statuine del presepe. Addirittura potete donare loro il nirvana: usarle come giaciglio di lusso per il vostro salame più fragrante.
Cosa ne pensate? Avete vostre idee o commenti che vorreste pubblicare? Li aspetto!
Ma consentitemi l'ultimo terribile quiz: dove vanno riciclati i tappi di sughero?

alessandro.giuriani@citroen.com
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In Italia c'è molta pulizia perchè non buttiamo via la nostra immondizia, ma la trasformiamo in show televisivi.
(Woody Allen elaborato da Achab)

martedì 27 dicembre 2011

La prima cliente dell'Agenzia delle Fiabe

Chi viene voi adesso?
Come in ogni start-up che si rispetti il ramo Fiabe (appartenente alla holding Agenzia delle Passioni) accoglie il suo primo cliente.
Si tratta di Rivoluzionaria Randagia, che apre la porta tempestata di stelle e si presenta così:


Ho appena letto la grande notizia...sul ricercatore Armando....ne sono ammaliata!!!
QUANTO ho amato le fiabe ed i viaggi nelle fiabe,e i viaggi randagi... ed ora si apre un'agenzia delle passioni ...sembra fatta per me!!!  ringrazio il ricercatore Armando!
Naturalmente la richiesta deve essere formulata in modo adatto, e infatti eccola:
Il ricercatore Armando sognava di visitare quella diga...avrebbe
appoggiato il suo dito nello spazio in cui
la ragione
minacciava di travolgere il fantastico mondo delle fiabe,
dove,
a pieni polmoni la fantasia alimentava la leggenda.
Impossibile togliere quel dito oramai!

E lì nacque la sua straordinaria agenzia.
il cartello diceva così:
AGENZIA DELLE PASSIONI
Entrereste a prenotare un viaggio?

alessandro.giuriani@gmail.com
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La fantasia è più importante del sapere.
                                    (Albert Einstein)

lunedì 26 dicembre 2011

La vostra agenzia delle passioni: i viaggi di fiaba (Armando)




Il ricercatore Armando apre la sua agenzia delle passioni. Specializzazione: i viaggi delle fiabe.
Entereste a prenotare un viaggio?
Eccovi il suo business plan onirico.

Ho sempre sognano di andare a visitare quella diga dove fantasia e leggenda si sono uniti. Forse altre persone hanno desideri così semplici legati a tanti ricordi


Un giorno, uscito da scuola, il piccolo Hendrick si mise a correre su una diga, una barriera che nei Paesi Bassi proteggeva i campi coltivabili dal mare del Nord.
Il padre aveva detto a Hendrick: "Tuo nonno ha partecipato alla costruzione di queste dighe e io ora le riparo quando vengono danneggiate dalle onde e dal vento.
Se il mare riuscisse a oltrepassarle, tutti gli animali annegherebbero, le case si allagherebbero e le nostre fattorie sarebbero rovinate. Dobbiamo sempre tenerle d’occhio".
Hendrick saltò su un’altra diga che non aveva mai esplorato prima.
Da un lato la marea stava salendo lentamente, dall’altro si trovava la fattoria dello zio.
Quella sera c’era una gran calma e si sentivano solo le onde che lambivano la diga.
Hendrick stava per tornare a casa quando udì un rumore. Si mise in ascolto per un istante. Sembrava che dell’acqua stesse gocciolando da qualche parte.
Mi chiedo cosa sia…Sarà meglio che vada a dare un‘occhiata…
Continuò a camminare sulla diga fino a quando non scoprì la provenienza di quel rumore.
Nella diga c’era un piccolo buco e l’acqua stava gocciolando al suo interno.
Hendrick sapeva che presto la marea sarebbe salita e avrebbe allargato la falla fino a far crollare il muro e spazzare via tutto.
AIUTO.. AIUTO… ma nessuno rispose.
Prese a fissare il buco,chiedendosi cosa avrebbe dovuto fare.
Se vado a casa ad avvertire il babbo potrebbe essere troppo tardi quando arriva e le acque potrebbero aver già invaso tutto.
Ce la farà?
Devo fare qualcosa…io!
Guardò nuovamente il buco e gli venne un’idea. Ci mise dentro un dito e tirò un sospiro di sollievo quando si accorse che l’acqua non usciva più.
Era riuscito a otturare la falla.
Poi comincio a gridare… AIUTO …AIUTO…fino a quando non fu rauco.
Il piccolo Hendrick prese a tremare dal freddo.
Il dito nel buco era praticamente congelato.
Intanto si stava facendo buoi e poteva sentire le onde infrangersi sempre piu’ forte sull’altro lato della diga.
Ora cominciava davvero a avere paura.
Hendrick non sapeva da quanto tempo fosse lì.
Sono sicuro che si saranno accorti della mia assenza…si disse..mi stanno cercando..
Pensò alla sua casa calda e comodo,a sua madre intenta a preparare la cena e si asciugò gli occhi umidi di lacrime.
"Non mi arrenderò ..ho quasi dieci anni e non mi arrenderò"….disse..
Quando fu cosi buio che si sentiva il vento fischiare e le onde abbattersi sulla diga, scorse una luce fioca sopra di lui..AIUTO AIUTO urlò.
La luce si arrestò e comparve il viso di un uomo che teneva in mano una lanterna "Chi è" domandò scendendo verso il ragazzo.
Alzò la lanterna e guardò Hendrick.
"Che ci fa un bambino a quest’ora di notte su una diga?" Chiese.
Hendrich riuscì a raccontare la sua storia….sentirono delle voci che chiamavano dalla diga e videro le luci di alcune lanterne.
Erano il padre e lo zio di Hendrick e tanti altri uomini del villaggio che cercavano il bambino.
È qui, è qui, il ragazzo che cercate è qui!“, urlò l‘ uomo. ”Stavo tornando a casa dal lavoro e l‘ho trovato qui, accanto alla diga“. L‘uomo raccontò dell‘acqua che gocciolava

Ripareremo subito la diga“, disse lo zio di Hendrick e si mise al lavoro con gli altri uomini.
Il padre di Hendrick scese giù fino alla diga a prendere suo figlio. Avvolse nel cappotto il ragazzo mezzo assiderato e lo portò a casa. ”Non ti preocuppare più per la diga”, disse. ”È stata riparata“.
Ora hai bisogno di mangiare qualcosa di caldo e di andare subito a letto. Sei un bambino molto coraggioso e sono orgoglioso di te. Hai fatto la cosa giusta e ci hai salvato la vita“.
Questo accadde tanto tempo fa, ma in Olanda si racconta ancora la storia del bambino coraggioso che salvò il paese mettendo il dito nella diga.

alessandro.giuriani@gmail.com
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Seconda stella destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è.
(Edoardo Bennato)






sabato 24 dicembre 2011

I vostri editoriali: Itaca (Lettrice Anonima)

Mettiti in viaggio
L'Agenzia delle Passioni (post precedente) ha ispirato a Lettrice Anonima la ricerca di una poesia famosa e bellissima che parla proprio di viaggi.
L'autore è Kostantin Kavafis, un personaggio che il grande blog The social long tail chiamerebbe appartenente alla "coda lunga" della massa. Ovvero borderline. Ma oggi non lo siamo tutti?
Basta parole, ecco Itaca, di Kostantin Kavafis.





Itaca
Non temere questo Lestrigone
Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sara` questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
ne' nell'irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l'anima non te li mette contro.



Indugia in un emporio
Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.



Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare.

Kostantin Kavafis

giovedì 22 dicembre 2011

L'agenzia delle passioni


Basta!

Ma non vi siete stancati di vedere entrare nelle vostre agenzie di viaggio sempre gli stessi clienti?
Sposini che vogliono il resort maldiviano dove si mangia la carbonara buona e gli asciugamani sono piegati a forma di cigno.
Single che chiedono viaggi con altri single, possibilmente su una nave da crociera così non scappa nessuno.
Milanesi che pretendono l’aperitivo a Formentera, Romani che si fanno la Sardegna, Veneti che colonizzano la Croazia.
E poi al ritorno? Lamentele, rogne, piagnistei.
La stanza d’albergo aveva gli scarafaggi, il cuoco faceva la pasta col ketchup, ho avuto la dissenteria e l’autista prendeva le curve troppo veloce.

Signori è ora di cambiare.
Perché non aprite un’agenzia delle passioni?
L’idea è quella di rivolgersi ad un pubblico che condivide una passione e organizzare un viaggio centrato su questa.
Per l’amor del cielo, non è un’idea nuovissima: esistono già agenzie di viaggio focalizzate sul running, altre sul trekking, altre ancora sul ciclismo.
Manca però la specializzazione sui gruppi che condividono un interesse e che pure sarebbero così semplici da trovare e contattare in rete.
 Fantastico Hayao Miyazaki
Pensate agli appassionati di manga nipponici: alcuni di loro tramite passaparola via web hanno creato il loro viaggio dei sogni in Giappone. Addirittura si sono organizzati la visita al museo dello straordinario Hayao Miyazaki e dei suoi disegni onirici.
E se invece foste stati voi a proporlo (e a venderlo)?
Pensate ai nerds maniaci di computer. Un po’ difficili da spostare, d’accordo, ma sapete come sono questi personaggi. Quando decidono partono! Armati di occhiali spessi e codici java, non li ferma nessuno.
E allora deliziateli a New York con i dinosauri, con gli show ispirati al fantasy e persino con i muppets (www.nerdyorkcity.com)
Oppure fate loro visitare le aziende-feticcio della Silicon Valley, magari combinando un incontro con il responsabile dello sviluppo software.
Ne volete altri? Ce ne sono quanti ne volete, basta essere curiosi e intraprendenti.
Sono un maniaco!
C’è il mondo degli maniaci on the road (a cui appartiene il sottoscritto). Vendetegli il noleggio di una macchina USA anni ’70, una mappa della Pacific Highway e dei voucher per pernottamenti liberi presso i motel sul percorso dall’Alaska a San Diego.
Ancora. Le cuoche seriali. Un week-end di lezione di cucina toscana in un casale nella Val d’Orcia.
Epstein-choc
I fotografi assatanati: una settimana di stage in gruppo con la possibilità di scattare usando cinquanta apparecchi diversi. Dalla Leica con la pellicola alla Olympus digitale. E poi mostra finale con premiazione da parte di Epstein.
Vi vengono in mente altri viaggi possibili? Proponetemeli!

Però proviamo qualcosa di nuovo, stop ai giochi-aperitivo.

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I viaggi sono i viaggiatori.
            (Fernando Pessoa)

mercoledì 21 dicembre 2011

I vostri editoriali: il delirio di vivere

Il ricercatore Armando dal ricco mondo interiore è rimasto segnato dalla leggendaria RR, (Rivoluzionaria Randagia) e dal suo fantastico editoriale di domenica 18 dicembre.
E riprende dalla sua ultima frase:




Una follia=vivere
Queste poche parole ma dal grande significato mi turbano
Il mio ricordo va ad un libro scritto da Ernest Hemingway in cui si legge
"Dio dimmi come posso essere felice"
Dio rispose: "diventa pazzo!"
...e così finì in una bella domenica di sole del 2 luglio 1961
"Hemingway ucciso con un colpo di pistola"











alessandro.giuriani@gmail.com
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Se Dio mi assolve è sempre per insufficienza di prove.
                                                           (Alda Merini)

lunedì 19 dicembre 2011

Marketing di strada n. 2: LONDRA

Ad una esangue robiola preferisco il carnoso taleggio bergamasco.
Ad una ricotta light il muffoso e grasso gorgonzola.
Allo shopping via Internet uno sgargiante mercato all'aperto.
E fino a qui, a parte qualche contestazione dei più accesi, tutti d'accordo.
Ma vi chiedo: nel 2012 conoscete qualcosa di più incredibilmente hippy e affascinante di un negozio di dischi in vinile? 
D'altro canto, vi viene in mente un'attività meno redditizia nel 2012? Proprio quando impazza il file mp3 da 0,99€? 
A Londra, in quella miniera di idee che sono le botteghe indipendenti di Notting Hill, esiste il negozio-di-dischi-Gauguin. Dal nome del pittore impressionista francese che si trsferì in Polinesia.
Io entro a dare un'occhiata!
Piccolissimo, ma non si può fare a meno di entrare. Niente insegna, ma guardate che composizione in vetrina: una capanna tahitiana con il tetto in paglia e le pareti costruite con le copertine di vecchi lp.
Aggiungete scaffali e pareti in legno chiaro lavorati da un falegname dilettante. 
Immaginate il proprietario con la capigliatura alla Keith Richards che beve caffè da un mug gigantesco.
E poi ditemi: non pensate che un disco di Bob Dylan o dei Grateful Dead debba essere acquistato proprio lì?
Dove si respira aria di giro di do, di chitarra e batteria, di canzoni di pace un po' stonate.
Dove persino Lady Gaga si sentirebbe hippy con i pantaloni a zampa di elefante.
Cari esperti di category marketing, di packaging e di store stategies, andate a fare una passeggiata in Portobello Road dal nostro amico Gauguin.
Niente è perfetto, ma tutto è autentico.
Peace and love


alessandro.giuriani@gmail.com
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Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri
                                                               (Alda Merini)








Street Marketing n. 2: LONDON
I'd rather eat a strong cheddar cheese than a calf milk.
I'd rather shop in a colorful market than on an Internet page.
Do you agree? But let me ask you: do you know something more hippie-fashionable than a vinyl record shop? And can you imagine something less profitable? Right against 0,99€ MP3 downloads?
Let London talk about it. In the crowd of small independent shop near Notting Hill stands Gauguin Records Store. Its name due to the famous French artist who moved to Polinesia in the early '900.
It has a small room, but you can't help entering it. No board outside, but take a look at the window: a straw Tahitian hut with old record-builted walls. Bright wood shelves carved by an amateur, Keith Richards-haired owner and a steaming coffee cup on the table.
Tell me: don't you think that a Bob Dylan record must be bought right here?
Where you breathe acoustic guitar and drums, bell-bottomed trousers and cries of peace songs? Even Lady Gaga would feel hippy and free in Gauguin Record Store.
Dear category managers, packaging teachers, store-strategies experts, take a walk in Portobello Road and visit our friend who sells old records.
Nothing there is perfect, but everything is true. 

domenica 18 dicembre 2011

I vostri editoriali: la rivoluzionaria Randagia

Quello che segue non è soltanto un commento, ma un editoriale.
Ringrazio Randagia (desidera che questo sia il suo nome...) che me l'ha inviato. 
E un consiglio: investite 4' 23" della vostra vita per lo splendido video finale, sempre inviato dalla rivoluzionaria Randagia.
Si intitola "Il diritto al delirio" di Eduardo Galeano, che ho scoperto essere un giornalista e scrittore uruguayano. E, a giudicare dalle sue espressioni, un sudamericano di sinistra di quelli tosti. Di quelli che da noi oramai non ne fanno più.

Le baite nell'oceano sono sirene magiche canzoni attraenti di sogni; nuvole, situazioni, parole che ci prendono. Sono quegli spasmi inespressi e trattenuti. Dolcissimi, passionali, dove la fantasia stuzzica la ragione a volte sadica a volte armoniosa e comunque parte del tutto dove tristezze vaghe e sogni disperati nella loro inutile irrealizzazione ci trasportano dove vorremmo essere e non siamo.
Le baite nell'oceano sono di noi quel reale essere nascosto che ci chiama ad essere. Risponderemo quando saremo pronti di affondare nell'oceano?
invio questo link se a alcuno potrà stimolare l'intento di una follia vera=vivere


alessandro.giuriani@gmail.com
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Se puoi sognarlo, puoi farlo
                    (Walt Disney)

giovedì 15 dicembre 2011

I vostri commenti: Baita di tronchi RIVESTITA in titanio


Riccardo rifiuta una divisione manichea tra ordine e creatività, teutonici e latini, esecutori e
La visione di Riccardo
inventori. Crede in una sintesi e questo è il suo pensiero:
Buongiorno, mi permetto di condividere il mio pensiero. 
Credo che tutto possa essere semplicisticamente 
rapportato  alla visione binaria che alcuni 
hanno del mondo. Bianco o nero, bello o brutto, si o no e 
tutto ciò che può essere racchiuso all'interno di due poli. 

Sicuramente anche la cultura di appartenenza influenza il modo di pensare e quindi di fare; 
il popolo tedesco è da sempre visto come quello più "razionale", quello italiano come 
quello più "creativo". La verità, come spesso accade, sta nel mezzo.  
Tuttavia, non sempre le situazioni vanno in questo modo in quanto esistono, di certo, delle 
varie sfumature di colori che risultano essere più vicine ad un polo piuttosto che all'altro. 
Logica e creatività possono essere viste come le due facce della stessa medaglia, che si 
integrano a vicenda a seconda dei contesti, degli obiettivi e delle conseguenze che si 
vogliono raggiungere. 
Propongo un'altra chiave di lettura: creatività all'interno del rigore della logica
Potrebbe sembrare assurdo, ma perché non immaginare delle regole imposte dalla 
razionalità e all'interno di queste spaziare con la fantasia più sfrenata?! 
alessandro.giuriani@gmail.com
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Vedi di non chiamare intelligenti solo quelli che la pensano come te.
(Ugo Ojetti - gallerista)