venerdì 10 febbraio 2012

Quando di NIMBY si parlava all'osteria

C'è un libro cosiddetto minore degli anni '30 che descrive la società provinciale italiana con una leggerezza e modernità sorprendenti. Il titolo è "Tutta Frusaglia" del marchigiano Fabio Tombari: su un argomento oggi scottante come quello del NIMBY (Not In My BackYard, ovvero "costruite pure le opere necessarie, ma non vicino a me") scrisse un passo fantastico. E' da leggere con calma perchè in poche righe racchiude tanti bozzetti di italica piccinerìa.
Il soggetto è una ferrovia che deve passare in paese, una sorta di TAV ante litteram. 


Dove facciamo passare il treno?
Il progetto della ferrovia era stato approvato. Ecco: la ferrovia doveva venir su per la battuta della Piana, diritta come una spada, poi, dietro il pagliaio di Remo doveva voltare perchè lui il pagliaio non lo moveva, venisse giù il Padreterno; lassù agli olivi la ferrovia girava la Cura per venir giù a rotta di collo verso il ponte del mulino da dove, con un breve semicerchio, avrebbe preso la direzione del canale. 
Fino al mare sarebbero andati giù insieme, ferrovia e canale, poi dal mare il treno riattaccava di petto la salita del sindaco, dove avrebbe girato l'orto di casa, per andare da Ninetta che voleva il disco davanti alla capanna, per svagare i bambini.
La stazione intanto l'avrebbe aspettato laggiù, dietro il Castello, un po' appartata, perchè il capostazione non vuole contatti con le altre famiglie e tanto meno vuol sentire i pettegolezzi di tutte quelle donnicciole del porto. 
La ferrovia, presa la rincorsa, senza più freni, giù per le Croci, sarebbe passata fischiando davanti alla casa di quella canaglia del notaio, avrebbe assalito la cittadella, da dove finalmente libera e sola, avrebbe ripreso la strada dei campi verso la stazione madre che l'aspettava laggiù sotto la tettoia come c'è nelle grandi città.
"Bene" aveva gridato S., "stando a letto la vedrò passare tre volte".
I merletti della signora Amalia
La signora Amalia andò a chiedere al segretario, che è scapolo, se nel treno ci sarebbero stati i cuscini, chè in quanto ai merletti ci avrebbe pensato lei che era nubile; e il presidente del circolo "Figli di Achille" venne a dire in nome del padre Achille, che quando il treno passava davanti a casa, se si fermava, da bere a casa sua c'era per tutto il personale.
Letto, deliberato e sottofirmato.


alessandro.giuriani@gmail.com
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Se la legge è uguale per tutti, perchè lo scrivono?
(Fabio Tombari - Tutta Frusaglia)

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