Segui la rondine! |
Le aspiranti 1526 rondini si dividono in due percorsi: quello da 6km per i gaudenti che corrono nel centro storico del borgo e quello da 23km per i penitenti che si sciroppano 600m di dislivello fino al Santuario di Castelmonte e ritorno. Il percorso medio da 12Km è stato cancellato la sera prima e oramai le alternative sono due: godere o espiare.
Ragazzi che mazzata. Se lungo i 5Km iniziali ci scrutavamo l'un l'altro magliette e accessori come adolescenti di sabato pomeriggio, oramai la salita livella tutto e tutti. Una colonna di pollastri che volevano essere rondini si trascina per il sentiero sterrato, denti stretti e cosce dure.
Le rondini si cibano di salame |
E' il 12°km, un nonnulla in gare normali, eppure si nota la palpebra barzotta delle grandi fatiche. Gli psicologi del ristoro approntano un cartello invitante in arte naif che riattizza subitanea l'attenzione. Con un the caldo in mano ci si lamenta della salita, ma un runner in vena di ottimismo mi ammonisce prontamente "vedrai la discesa, è ancora peggio!".
Discesa in paradiso |
Fino al 19°Km, utimo ristoro presso la storica sede della Casa del Miele di Gigi Nardini. Il titolare è una celebrità delle Valli del Natisone, sosia sputato di Luciano Pavarotti e pare sia comparso una volta persino nel TG1 delle 20.
Sempre con il solito the caldo, nasce un dibattito acceso tra runner in debito di glucosio: è stata peggio la salita o la discesa? Un po' come chiedere se preferisci le bionde o le more. Si discute senza costrutto e poi ognuno riparte per gli ultimi 4km con la sua opinione di prima.
Sembra ormai fatta, ma i sadici organizzatori ripropongono un paio di salite perchè siamo nati per soffrire.
All'arrivo noi pollastri siamo ufficialmente rondini di primavera. Ora voglio un nido con un piatto di pasta.
alessandro.giuriani@gmail.com
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Vado così forte in salita per abbreviare la mia agonia.
(Marco Pantani)
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