mercoledì 19 ottobre 2011

Il brivido di pag. 20

Come possiamo procurarci ogni giorno a casa nostra il brivido di un ottovolante? Lo stomaco in gola, la visione del precipizio, la discesa vorticosa e il giro della morte?.

Semplice, aprendo un quotidiano verso pagina 20 e leggendo le quotazioni di Borsa.
E' un brivido economico e quasi sadico per chi non possiede azioni, per i sentimentali dei BOT e i neanderthaliani del conto corrente sempre liquido. Se ne stanno al sicuro e si divertono ad osservare gli altri malcapitati che soffrono e pagano per farlo.
Questi ultimi sfogliano il quotidiano come giocatori di Texas Poker, pagina dopo pagina lentamente, pregustando e temendo il momento della grande rivelazione: la chiusura di ieri dei listini. Da quel momento partono le discese ardite, le risalite, terribili nausee e grugniti suini.


Ciò che più mi spaventa è l'atmosfera asettica della pagina incriminata. 
Tutti i nomi delle aziende sono stampati con il medesimo carattere, i numeri presentati incolonnati a caratteri sottili, le percentuali di perdita o guadagno riportate come gli elementi chimici su una bottiglia di acqua minerale.
Sono le montagne russe dell'S&P MIB, simili ad un vulcano islandese: fuori di ghiaccio, dentro
colme di lava bollente.


Però che ingiustizia, se ci pensiamo: al luna park per invogliarci a provare nausee e vertigini ci invitano sull'ottovolante con diorami da film fantasy. Castelli, galeoni, missili.
Tutto pur di stimolare il nostro appetito di adrenalina.


Ma perchè non colorare anche gli imbalsamati titolli di borsa?
Presentiamo le aziende con il loro logo, balzerebbe subito all'occhio l'incredibile varietà di imprese che ancora arricchisce il nostro paese e ne riconosceremmo qualcuna in più.
Non esistono solo Fiat, Unicredit e Fondiaria-SAI.
Annoveriamo alla Borsa di Milano gli Antichi Pellettieri dal fascino rinascimentale e gli enigmatici Ahol Kon.
Troviamo azioni con il nome del nostro vicino di casa, le D'Amico; addirittura potremmo acquistare titoli rasserenanti chiamati "Le Buone Società". Per i più ermetici suggerisco le Fullfix.
Chissà come sono le insegne all'ingresso delle loro aziende. Mi piacerebbe vederle sul giornale vicino al loro nome. Mi parlerebbero di uomini e donne che danno del loro meglio.
E poi vi prego, mettete un po' di cuore nei vostri grafici: quelle colonne con le percentuali di perdita o guadagno scritte nude e crude sono tristi epitaffi.
C'è il nostro mondo dietro quelle cifre, ci sono famiglie che lavorano e persino ministri che si disperano.
Chiedo troppo se volessi vedere un faccino sorridente vicino al titolo che oggi ha guadagnato il 2%? E una lacrimuccia stilizzata accanto all'azione che oggi è crollata? O un verde speranza se si parla di acquisizione?

Forse a torto, ma così non mi sentirei un piccolo investitore che deve leggere piccoli numeri.
Mi sentirei parte di una comunità.

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