venerdì 14 ottobre 2011

La spesa in gabbia

Non c'è niente da fare: possiamo scegliere una qualunque insegna dove fare la spesa. Vai pure in ipermercati grandi come aeroporti, oppure sfacchina a piedi fino ai piccoli supermercati di quartiere, ma loro sono sempre lì.

Sembrano piccole prigioni messe in coda, gabbie di ferro sgraziate di cui dobbiamo servirci per accatastare la nostra spesa. Cosa sono? Facile, i carrelli della spesa! Quelle grate di metallo con ruote, dentro alle quali le mozzarelle stanno in carcere come camorristi a Poggioreale. Dove le mele scontano il 41bis e il prosciutto langue in cella.
Ma come?? Tutta la grande distribuzione alimentare comunica calore, amicizia verso il consumatore e prodotti freschi. E poi ci dota di carcasse antidiluviane dove stoccare tutto questo ben di dio?

Qui ci vuole un'idea: personalizziamoli!

Meno gabbie, più allegria. Basta acciaio, più colori.
Ma sogniamo che meraviglia: il supermercato sotto casa che sui quattro lati del carrello simula l'architettura del quartiere in cui si trova. Bello! Frutta e verdura trasportate su un mezzo con ruote che ci ricorda le case dove faremo ritorno.
Oppure l'ipermercato del centro balneare che ci propone dei piccoli pescherecci variopinti dove portare la nostra spesa estiva.
E ancora, l'ipermercato metropolitano di periferia che ci rallegra con incredibili corolle di fiori dove stoccare i nostri acquisti.
E lo spaccio di prodotti bio? Anche lì carrelli fabbricati in fonderia. Io ci vorrei cestoni di vimini magari ricavati dai residui di lavorazione dei cereali che mangio.

Insomma, ci sono davvero tanti modi per trasformare una gabbia con ruote cigolanti in un mezzo piacevole da portare, che aumenti il nostro piacere di acquisto e che ci faccia sentire parte dell'ambiente che vorremmo respirare.

Cosa ne pensate?

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