sabato 15 ottobre 2011

L'orologio del tempo da vivere

Non riesco a togliermi dalla testa la crudeltà dell’orologio.
Caspita, un macchinario creato dall’uomo che misura in modo asettico e preciso il più grande mistero della vita: lo scorrere del tempo.
Un insieme di rotelle dentate assemblate da occhiuti artigiani svizzeri scandisce ogni attimo della nostra vita che non tornerà più.
E quando va male, al posto delle rotelle ci sono le batterie e al posto degli svizzeri ci sono catene di montaggio popolate da alieni asiatici.
Diabolico, arimanico, disumano.
Eppure l’orologio fu creato dall’uomo, da frati medievali per la precisione, che si cimentarono nei primi ingranaggi enormi che facevano funzionare le lancette sui campanili.

Sai cosa penso che sia ingiusto? Il semplice fatto che venga misurato in segmenti uniformi un concetto così diverso per ognuno come il tempo.
Quei 5 minuti che ho aspettato in coda con i bagagli prima di fare check-out in hotel erano interminabili.
Ma un’ora abbondante trascorsa a correre nel mio parco preferito con la mia musica che mi fa da sottofondo mi sembra impossibile finisca così presto.
Eppure per lo stupido orologio inventato dall’uomo, l’attesa al check-out vale un dodicesimo della corsa nel parco.
Ma scherziamo?

Misurare il tempo è come volere conoscere la superficie in metri quadrati di una mandria di cavalli al galoppo nella prateria.
Ecco cosa ci serve: l’orologio del tempo da vivere.
Pensateci, quante informazioni inutili troviamo sugli orologi: ci interessa davvero conoscere le fasi lunari come uno scienziato della NASA? Oppure avere un cronometro da giudice olimpico dei 100 metri piani? O addirittura un calendario perpetuo, quando non so nemmeno se domani mangerò pasta o risotto.

Non voglio più che sia lui a decidere quanti minuti stanno passando.
Sono io che decido quanto dovranno durare i miei tempi.
E allora forza orologio del tempo da vivere!
Via complicazioni e meccanismi, solo una rotella per variare la velocità delle lancette e una per decidere la sfumatura del quadrante. 
Semplice, veloce e intuitivo.
Il momento che sto vivendo è stupendo e non vorrei finisse mai? Seleziono “pianissimo”, le lancette rallentano fin quasi a fermarsi. Vado poi su “intenso” e il quadrante diventa arancione. Il tempo è fermo per tutto il tempo che deciderò.
Mai più la frase killer di ogni conversazione “oddìo come passa il tempo”. No che non passa: lo fermo e lo coloro io.

Ma le lancette possono anche accelerare, il quadrante quasi scomparire se selezionerò “avanti tutta” e “inosservato”.
Quando sto lavorando ad un progetto che non mi piace, quando faccio la fila all’Ufficio Postale, mentre mangio la minestra liofilizzata.
Cerco di sbrigarmela in fretta, di mettere alle spalle presto il problema. Voglio che finisca subito.
E il mio orologio del tempo da vivere scandirà il tempo con il mio ritmo: “avanti tutta – inosservato”.

Il mio sogno? Potere selezionare “sereno” su un quadrante verde come una felce. 

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