domenica 30 ottobre 2011

DDD: Il Dilemma del Direttore Depresso

I tartari di Gengis Khan mai crearono tanta desolazione. 
La peste nera del XIV secolo mai rese un luogo più deserto. 
Las Vegas alle 10 del mattino mai ci restituì una realtà più squallida.


Nulla eguaglia lo scenario di vuoto disperato di un immenso centro commerciale in crisi.


Troppo semplice però soffermarsi solo sugli aspetti negativi: clienti rari come in un museo di vasi etruschi, parcheggi vuoti, spazi espositivi in cerca di padrone al pari di cuccioli in canile.
Cosa decidiamo, continuiamo a piangere, tristi per come va questo  mondo crudele? 
Molto meglio esplorare, toccare con mano, capire. E magari provare qualcosa che non è mai stato fatto: quale momento migliore di adesso?
Due giorni fa ho tentato l'esperimento in un mega ipermercato della mia regione, da sempre deserto. Viene quasi voglia di devolvere un sms in suo favore, da quanto forte è l'impressione di carestia.
Ho fatto la spesa tra scaffali ordinatissimi, loro malgrado raramente toccati da massaie vogliose, e baldanzoso mi sono recato in cassa per esercitare il potere del mio bancomat.
E lì la tragedia, l'aberrazione, il dramma.
Gli scarsi acquirenti, per quanto pochi, erano tutti in coda nell'unica cassa aperta. Addirittura la fila formava un angolo retto, creando ancora di più senso di frustrazione e disagio.
Scrutando però con attenzione all'orizzonte, mimetizzata con i fustini di detersivo, c'era un'altra cassa disponibile. Lontana come un rifugio alpino, ma c'era.
Miracolo! Corro fin là con il mio cestello, ingaggio uno sprint vincente con un pensionato adiposo, ma - ahi - incontro lo sguardo d'acciaio della cassiera.
Massimo dieci pezzi.
Conto freneticamente: latte, mozzarelle, cereali, pane, mele biologiche. Sono solo otto, ce la faccio!
Nel frattempo i dannati della coda con i carrelli occhieggiano invidiosi, chiedono a gran voce di essere ammessi a questa cassa nonostante la loro spesa sia più abbondante.
Niente da fare, la signorina è teutonica: dodici pezzi compreso un minuscolo Crodino? Raus!


A mente fredda comprendo il dilemma che attanaglia il direttore: i clienti sono scarsi e quindi occorre ottimizzare i costi con poche cassiere.
Il paradosso è che quei pochi acquirenti sono trattati peggio anzichè con più cura. 
La situazione li costringe a mollare metà della spesa per accedere alla cassa veloce, oppure li scoraggia e loro abbandonano carrello e derrate alimentari.
Danno doppio, non torneranno più! E il deserto sarà sempre più arido!


Proviamo a pensare qualcosa di nuovo? Un'idea eretica mai provata?
Il centro commerciale è composto da vari negozi oltre al supermercato prettamente alimentare.
Ciascuno impiega almeno una persona, che spesso si annoia con sguardo bovino.
Capirete, se è vuoto l'alimentare, non può essere che il negozio di accessori rosso fragola brulichi di clienti.
E allora perchè non pensare a "casse diffuse" su tutta l'area dell'ipermercato?
Una condivisione delle risorse che permetta di dare un servizio migliore a tutti i clienti?
Se trovo coda alla cassa del supermercato oltrepasso la barriera senza pagare (fidatevi, si può fare, non cala un fulmine dal cielo) e mi reco in una delle casse poste nell'area comune a tutti gli esercizi commerciali.
Il primo addetto libero nelle vicinanze, magari quello che vende intimo, apre il registratore di cassa con la propria password, mi fa pagare e poi torna al suo negozio.
Io sono felice e domani tornerò lì.


Non vedo grossi problemi di sicurezza, in quanto i dispositivi antitaccheggio potrebbero essere posti alle uscite dell'intero ipermercato.
Inoltre si tratterebbe di una soluzione da adottare nei momenti di bassa affluenza, quando la sorveglianza è molto più semplice da eseguire.
Infine, sarebbe anche possibile istituire un sistema di fatturazioni tra esercizi dello stesso ipermercato che compensi il tempo trascorso da un addetto per smaltire la coda degli altri negozi.
Dopotutto ogni articolo ha un suo codice, ogni addetto ha la propria password e a fine periodo si saprà quanto ognuno ha lavorato per gli altri.


E il vecchietto non dovrà trasformarsi in un centometrista giamaicano per riuscire a pagare tre etti di carote in tempo per il pranzo.
Cosa ne pensate?

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