martedì 22 novembre 2011

Tombi-Nation





Conosciamo qualcuno che non ama l'igiene personale? Gli diciamo che è sudicio come un tombino!
Qualcuno che gorgheggia sì come Giorgia, ma Giorgia la mia parrucchiera? Lo canzoniamo: sei stonato come un tombino!
Un altro crede che Socrate sia un gatto? Ha ha ha, ignorante come un tombino.
Ancora. La tua bilancia ti indica un tonnellaggio da incrociatore? Sei pesante come un tombino.
Tapino il tombino, si ritrova ad essere il benchmark per impropèri e prese in giro.
E non solo!


Tra i tanti oggetti che in una giornata ricorrono senza che ce ne accorgiamo, i tombini sono tra i più frequenti.
Il loro è un triste karma: siamo consapevoli della loro esistenza silenziosa solo quando ci fanno smoccolare contro la nostra amministrazione comunale.
Il sindaco non li ha ripuliti dalle foglie e adesso la strada è allagata.
La nettezza urbana non li cura e in mezzo ci crescono le erbacce.
L'assessore non interviene e la vecchietta ci inciampa.
Tombino viscido? Governo ladro!

Brutti, sporchi e pesanti: chi ha meno charme di un tombino affondato nell'asfalto?
E invece no, c'è un fascino in queste cupe aperture.
Sono fantastici passaggi segreti, ognuno con misteri diversi. Botole sopra le viscere delle città.
Si aprono su tubi del gas arrugginiti, fibre ottiche di gigabyte, fogne fetide e condotte di acqua chimicamente testata.
Il tombino è quella porticina che mette in comunicazione il corpo etereo delle nostre città con quello fisico. Unisce ciò che si percepisce con ciò che lo fa funzionare.


E se creassimo la Via dei Tombini? In fondo le nostre città hanno tanti elementi in comune. 
Dove c'è una statua equestre, lì è piazza Vittorio Emanuele. Dove c'è un condottiero barbuto, lì è corso Garibaldi. Via Roma è quella delle solite catene di negozi, via Karl Marx quella dei palazzoni a parallelepipedo.
La via dei tombini sarebbe una visionaria sequenza di finestre aperte sul nostro sottosuolo.
Plexiglass trasparente i tombini dell'acqua.
Azzurro tenue con disegni di fiammelle quelli del gas metano.
I tombini di fibra ottica decorati con con circuiti verdi e sfondo nero ardesia.
Verde primavera con margheritine i tombini delle fogne (dal letame nascon fiori, lo cantava anche De Andrè).
Volendo potrebbero anche essere sponsorizzati: indicare per esempio il percorso da una fermata della metropolitana fino ad un locale, oppure a una mostra d'arte.
Oppure il comune potrebbe usarli per segnalare percorsi di interesse turistico in città.
O addirittura, con un sussulto democratico, farli colorare dai più quotati writers cittadini.


E così, quando incontreremo la nostra bella collega al mattino, le potremo sussurrare: "hai uno sguardo luminoso come un tombino del gas". Saremo irresistibili.


Achab
alessandro.giuriani@gmail.com


"Questi sono i miei princìpi e se non ti piacciono...beh ne ho altri"
                                                                           Groucho Marx


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