venerdì 25 novembre 2011

2° Capitolo Guida del Brutturista: Venezia

Cari brutturisti, prendete l'evidenziatore giallo fluorescente.
Oggi tappone da alta classifica: Venezia! 
Un caposaldo essenziale nella formazione di noi turisti del brutto, importante come l'esame di anatomia per un medico o la ricetta della salsa bernese per uno chef.
Primo ingrediente: l'equipaggiamento. Scordatevi maschere da Casanova, scarpine con la fibbia e vestiti svolazzanti, è finito il '700! Procuratevi invece calzature a suola rinforzata e gilet fosforescenti da autostrada: vi serviranno per potere ammirare senza pericolo le cacofonie visive di questa meta affascinante.
Secondo ingrediente: il vostro stato mentale. Sbagliato l'approccio alla città aspettandosi violoncelli e flauti traversi che suonano un minuetto. Corretto avvicinarsi con capelli rasta e disincanto alla Sir Oliver Skardy.
In termini musicali, vietato cliccare qui:  Violoncelli e flauti traversi, orrore!
Consigliatissimo approcciarsi così: Rasta
Terzo ingrediente: l'avvicinamento in loco. Non commettete l'errore dei Giapponesi o degli Americani, che ancora un po' atterrano con il Boeing 777 in laguna: vogliono vedere solo palazzi perfetti. 
Non siate diabetici, non nutritevi soltanto di panorami zuccherosi. 
E poi vi ritroverete come le star, a bere dell'acqua naturale con i piedi fumanti al bar.
Il brutturista sa che lo zucchero va lasciato come dolce in fondo al pasto, non può sostituire il pasto stesso. 
Il vostro dolcino finale sarà Piazza San Marco, ma le calorie vere prendetevele dalla sostanziosa zona chimico-industriale di Marghera. Muscoli e fabbriche.
Mi raccomando, non dimenticate i primi due ingredienti: scarpe grosse, gilet fluorescente per non farsi investire dai Tir e musica dei Pitura Freska.
Quarto ingrediente: le analogie. Accorgetevi dei riccioli formati dalle tubature e vedeteci una finestra bifora del Canal Grande. 
Ammirate l'accostamento di colori in un mucchio di container e osate confrontarlo con un quadro di Mondrian del Guggenheim a Palazzo Venier.
Io voto i container nella nebbia tutta la vita. Voi?






















Temere l'ironia è temere la ragione
                                  Sacha Guitry


alessandro.giuriani@gmail.com


Ti è piaciuto? Dillo a un amico!

1 commento:

  1. Ale son d'accordo con te, Ma ricorda...Venezia e' sempre Venezia...col sole e con la nebbia!!!!

    AndreaB

    RispondiElimina