Critico d'arte e donna di 67 anni insieme nel sotterraneo di una pinacoteca.
No, no e ancora no! Maliziosi!
Non si tratta di una scorribanda di Vittorio Sgarbi attratto finalmente da una donna adulta, oltre che dal Botticelli.
E nemmeno di un'ennesima caccia al tesoro romanzata da Dan Brown.
Il fatto è successo a mia mamma (67 anni) che lavora come volontaria in una pinacoteca. Due giorni fa le è capitato l'elettrizzante compito di tenere compatto un gruppo di bibliotecari tedeschi in visita, mentre un critico d'arte faceva da guida.
Al termine del pomeriggio che immagino movimentato come un aperitivo a Ibiza, il critico le ha proposto di visitare insieme il sotterraneo della pinacoteca.
Essendo il personaggio di estrema fiducia, nemmeno per un attimo la mia mammina ha temuto la famigerata collezione di farfalle in chiave museale.
Si è avviata con fiducia nelle viscere dell'edificio.
Meraviglia delle meraviglie!
Sotto una volta di mattoni, ha potuto ammirare il foro di epoca latina posto esattamente nell'antico centro della città là dove si incrociano il cardo e il decumano, ovvero le due vie principali perpendicolari che costituivano l'ossatura di ogni città romana.
Pensate, il tutto perfettamente sconosciuto al pubblico. Questo è un esempio,ma possiamo aggiungere i ritrovamenti sotto la metropolitana di Roma, le archeo-cantine della Campania, il sottosuolo dei campi coltivati a mais di Aquileia. Ne abbiamo a bizzeffe in Italia.
Eppure.
Altrettante antichità giacciono come larve in superficie.
Eh sì, a parte alcuni esempi monumentali famosi nel mondo (il Colosseo, le terme di Caracalla. Paestum, Segesta, ecc.) tante nostre città presentano vestigia completamente ignorate.
Non dico abbandonate, a volte questi resti sono anche oggetto di manutenzione pubblica.
Dico ignorate. Non ce ne importa nulla.
Dobbiamo essere onesti e chiederci: perchè?
Voglio essere trasparente e provocatorio: perchè sono brutte.
Un esempio su tutti? Le terme romane di Milano.
A malapena tollerate dagli edifici opulenti in zona centro, sono un fazzoletto di spazio costituito da miseri mattoncini uno sopra l'altro che appaiono come residui dell'ultimo cantiere ancora da smaltire.
Hai voglia a fare gite scolastiche dove si spiega a bimbi vocianti che hanno duemila anni, che a destra c'era il calidarium, a sinistra il frigidarium e al centro il tepidarium.
Si vede solo un'accozzaglia di pietre.
Brutte sono, brutte restano e nessuno le guarda.
Volete renderle interessanti? Un metodo ci sarebbe.
Se proprio devo avere in città un anonima casa bicamere conservata dall'epoca avanti Cristo, almeno fatemi capire come ci si sentiva dentro.
Salvate i pezzi originali e poi montate una tensostruttura che completi il resto, fatemi entrare e mostratemi in quanti si viveva, dove si cucinava e dove era il bagno.
Datemi delle emozioni! Se non arrivano dalla bellezza dei sassi impilati, che arrivino dalla sensazione di abitarci.
Volete scommettere che, nonostante la qualità dell'edilizia odierna, tra duemila anni troveranno i resti del mio appartamento?
Non ho dubbi: l'amministrazione locale lo recinterà, gli archeologi avanzeranno teorie su cosa rappresentano tutti quei buchi nei muri (risposta: sono io che non so piantare i chiodi) e i bambini verranno in gita scolastica sbriciolando panini sul mio archeo-parquet.
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