martedì 31 gennaio 2012

L'Agenzia Viaggi delle Fiabe: in volo con mamma merla

Il ricercatore Armando propone una nuova destinazione nel catalogo viaggi dell'Agenzia delle Fiabe.
Prendetevi ferie, perchè le date sono blindatissime: 29-30 e 31 gennaio. Per quest'anno rientrano anche l'1 e il 2 febbraio, ma è un'eccezione.
La meta si trova poco più in alto del 45° parallelo, là dove sigle misteriose confluiscono tra loro: A1-A4-A8-A9-A10. No, non è un incrociatore della battaglia navale! Dai, proprio non indovinate?
Bravissimi! Le sigle sono quelle delle autostrade, la città è Milano, e in quei giorni accadde un fatto strano. Ssssh, lasciatevi portare in questo viaggio.

Mamma Merla dove prende casa?

Gli ultimi tre giorni di gennaio, il 29, 30 e 31, capitò a Milano un inverno molto rigido. La neve aveva steso un candido tappeto su tutte le strade e i tetti della città. I protagonisti di questa storia sono un merlo, una merla e i loro tre figlioletti.....

Casa in Porta Nuova: 6.000€ al mq! Brava merla!
Merlo nero!
Erano venuti in città sul finire dell'estate e avevano sistemato il loro rifugio su un alto albero nel cortile di un palazzo situato in Porta Nuova. Poi, per l'inverno, avevano trovato casa sotto una gronda al riparo dalla neve che in quell'anno era particolarmente abbondante.
Il gelo rendeva difficile trovare le provvigioni per sfamarsi; il merlo volava da mattina a sera in cerca di becchime per la sua famiglia e perlustrava invano tutti i giardini, i cortili e i balconi dei dintorni. La neve copriva ogni briciola. Un giorno il merlo decise di volare ai confini di quella nevicata, per trovare un rifugio più mite per la sua famiglia. Intanto continuava a nevicare. La merla, per proteggere i merlottini intirizziti dal freddo, spostò il nido su un tetto vicino, dove fumava un comignolo da cui proveniva un po’ di tepore.
Tre giorni durò il freddo. E tre giorni stette via il merlo. Quando tornò indietro, quasi non riconosceva più la consorte e i figlioletti erano diventati tutti neri per il fumo che emanava il camino. Nel primo dì di febbraio comparve finalmente un pallido sole e uscirono tutti dal nido invernale; anche il capofamiglia si era scurito a contatto con la fuliggine.
Da allora i merli nacquero tutti neri; i merli bianchi diventarono un'eccezione di favola.


alessandro.giuriani@citroen.com
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Tales Travel Agency: fliyng with mother blackbird
Armando the researcher gives us a new proposal for Tales Agency Catalogue.
Please plan early your holidays, because travel days are fixed: January 29, 30 and 31. Just for 2012 we make an exception including also first days of February.
Destination lays a bit norther than 45° latitude, where mysterious codes mix one another: A1-A4-A8-A9-A10.
Can't you find which town we are talking about?
Here you are! Codes are highway numbers, the town is Milan and once upon a time, at the last days of January strange facts happened. Sit back, relax and listen...
Where will blackbird find a nest?
Last days of January (29, 30 and 31) in Milan was a very chilly winter. Snow had covered every street and every roof with a white carpet. Characters of this tale are Blackbird Father, Blackbird Mother and their three little birds. At the beginning of this story blackbirds were all white.
They came to town at the end of summer and built their nest on the top of a big tree in Porta Nuova. During the winter they found a shelter under a roof ant the snow couldn't hit them. It was very hard to find some food because of cold weather. The blackbird tried to gather some crumb in every courtyard, garden or window, but he didn't find anything. At the end the blackbird decided to go further and find a warmer place for his family. In the meanwhile it had been snowing all the time. In order to keep her chidren safe, mother blackbird moved their nest on a chimneypot where smoke kept them warmer. Cold lasted three days and three days blackbird was far from his family. When he got back, he hardly recognize his wife and his three sons as they were alla black because of the smoke coming from the chimneypot. February 1st, eventually pale sun came out; they all got out from the nest in the chimneypot and all of them were black.
Since then, all the blackbirds were born black, last three days of January were called "Blackbirds days" and white blackbirds are just an exception for tales.

alessandro.giuriani@gmail.com
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domenica 29 gennaio 2012

Baita Fai Da te n. 5: La scatola fotografica

Chi osa sfidare il maschio alfa?
Conoscete i discepoli che superarono i maestri? 
Ci fu Giotto che surclassò il povero Cimabue. Platone che si eresse sulle spalle del grande Socrate. Mourinho che ha vinto più coppe del leggendario Bobby Robson di cui faceva l'interprete al Benfica.
Su Baite nell'Oceano Sem Paton, maestro delle Baite fai da Te, trema e aggrotta il suo sopracciglio da barbagianni: due allievi osano sfidarlo sul suo terreno.
Il vecchio lupo sarà ancora il maschio alfa delle Baite?
Prima conosciamo i due lupacchiotti sfidanti: sono Alessio e Stefano, due ragazzini di seconda media che ci propongono LA SCATOLA FOTOGRAFICA.
L'idea che li muove è quella del ritorno alle origini: cosa c'era prima di pixel, display e diavolerie arimaniche digitali? C'era l'ottica pura, con lo studio dei suoi effetti. 
Il genio umano li ha compresi e ci ha regalato il prodigioso apparecchio fotografico.
Ma tutto nasce da qui. Concentratevi, parlano Alessio e Stefano, mentre Sem Paton si rode.

Il progetto dei lupacchiotti

         Mossi dalla curiosità e dalla facilità con cui si può creare una macchina fotografica stenopeica, abbiamo progettato una macchina fotografica   utilizzando una scatola di scarpe. Da un lato abbiamo creato un piccolo foro (stenopeico), mentre dallaltro, per poter visualizzare limmagine che entra, abbiamo montato un foglio opaco. Dopo aver annerito la scatola internamente, la stessa riproduceva le immagini captate allesterno, in modo capovolto.
A scuola ci siamo fermati a questo livello, ma con pazienza si potrebbe creare anche il supporto che capta limmagine (pellicola). Ovviamente occorrerà sigillare la scatola per evitare che entri luce, chiudendo  la finestra di carta opaca situata sul retro e lobiettivo  sul davanti, che verrà aperto solamente nel momento in cui si scatterà la fotografia.
Ecco la macchina in lavorazione e il riassunto dei componenti necessari:

Mettiti in posa!



     Per costruire la macchina fotografica abbiamo avuto bisogno di: un cutter, colla o nastro adesivo, forbici dalla punta arrotondata, e carta da lucido.
     Abbiamo iniziato col tagliare la parte più corta della scatola con il cutter.
     Abbiamo fatto un foro sul lato opposto utilizzando la punta del cutter.                 
Abbiamo successivamente posizionato la carta da lucido e ritagliato il contorno del cartone, e con la cornice ottenuta abbiamo incollato la carta da lucido. 
Con un pennarello nero abbiamo colorato le parerti e abbiamo posizionato la cornice in mezzo al cartone. 
Infine abbiamo chiuso la macchina fotografica col coperchio e abbiamo puntato la macchina fuori dalla finestra.
Il risultato era che le cose o gli oggetti si vedevano al contrario!
Capito Sem Paton? Tiè.

alessandro.giuriani@gmail.com
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La cosa migliore della fotografia è che non cambia mai, anche quando le 
persone all'interno di essa lo fanno.
(Andy Warhol)

venerdì 27 gennaio 2012

Baita del running n. 2: L'asceta, la tifosa e la Romagna

LEI: MOGLIE E TIFOSA SU ARGINI FANGOSI
Sono entrata nel mondo dei 'runners' solo perchè sono la moglie di uno di voi. Ebbene, sembra che la vostra passione per la corsa sia davvero spropositata.
Io parto! Tiè!

Stamattina, con una nebbia allucinante, era pure domenica, mio marito ha puntato la sveglia alle 7.30 per fare una 'mezza', come dite voi! Ben 21 km solo di allenamento in attesa di qualche corsetta il prossimo fine settimana! 
Anche qui in Romagna i luoghi delle gare non sono sicuramente delle metropoli...Una delle più belle a cui ho assistito è stata una corsa campestre di 5 km ad Alfonsine, vicino a Ravenna: un percorso selvaggio in un bosco di pini marittimi, con terreno sconnesso e infangato, praticamente un vero e proprio massacro. 
All'arrivo ristoro con the caldo e piadina, preparata rigorosamente a mano dalle signore volontarie del paese! 
Prima il dovere...
...poi il piacere!
Bella anche la corsa di S.Pancrazio, un'altra 'metropoli' nel ravennate; lì, per premiare le fatiche degli atleti, c'era un bel cotechino in omaggio. Del resto se lo erano proprio meritato, dopo 9 km sull'argine del fiume Lamone tra sassi, erba e terriccio...
Il runner ha bisogno di sostegno da parte della famiglia...Malgrado il freddo e l'umidità invernale, cerco sempre di seguirlo. Silvia, mia figlia, ha preparato pure un cartello di incoraggiamento: FORZA PAPA'!
Siete dei grandi, cari runners, non smettete mai di credere in voi, nelle vostre gambe, nella vostra passione.
Laura

LUI: ASCETA FUORI, EDONISTA DENTRO
Inverno? Chi se ne frega
Ti racconterò in breve della mia ultima corsa non competitiva, svoltasi per paesaggi ameni: la Castiglione di Cervia-Saline di Cervia
Il calendario podistico romagnolo riserva almeno una corsa alla settimana, e le location pur non essendo da 5 stelle conservano il fascino delle manifestazioni popolari genuine, dove solo ed esclusivamente la passione può convocarti alle 8,30-9 della domenica mattina nella campagna nebbiosa e bianca di "galaverna" (appunto la nebbia gelata). Dicevo le location : argini di fiumi, carraie-sterrati di campagna, valli e pinete. L'ultima appunto una domenica fa a Castiglione di Cervia da non confondere mi raccomando con Castiglione di Ravenna che divise sono dal fiume. 
13 km da percorrere in mezzo alla campagna in direzione delle saline cervesi di anticoromana origine, su sterrati a tratti sbucherellati ma fortunatamente di fondo prevalentemente duro, rigido dalla temperatura sullo 0°. 
Partiti dal centro della ridente cittadina abbiamo fatto ritorno allo stesso, di fronte al bar centrale-quartier generale della corsa (targato PD)...perchè dimenticavo che questa corsa faceva parte del circuito de "la Scarpàza", una quindicina di gare dello stesso genuino tenore che si svolgono da autunno a primavera, e partecipando ad ognuna delle quali si raccolgono punti per un montepremi finale. 
Traguardo in bruschetteria!
A suggello della autenticità di queste manifestazioni i pacchi-dono generosamente elargiti dagli sponsor/benefattori. A Castiglione mi sono cuccato due barattoli di ottima marmellata lavorata negli stabilimenti di Pievesestina di Cesena. Ma vorrei ricordare altre regalie: torrone morbido della Dolciaria Loris di Lugo; olio Girasole Conad alla tiratissima campestre svoltasi presso la bruschetteria al Bruscolo di Alfonsine; confezioni da tre pack di succhi di frutta alla 5km di Fruges di Massalombarda (altra zona regina nella lavorazione della frutta). Insomma, trofei di modesta entità che sono sempre ben accetti e ritirati ed in fondo soddisfano sempre gli appassionati corridori di ogni classe ed età...ma per la mia prossima corsa, una mezza maratona, mi attendo almeno un salame!
Francesco
Tremate, l'asceta è lì nell'ombra
alessandro.giuriani@gmail.com
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Anche questo è un vantaggio del correre rispetto agli altri sport, ognuno va per conto suo e non ha da rendere conto agli altri.
(Italo Calvino)










giovedì 26 gennaio 2012

Street Marketing n. 2: LONDON



I'd rather eat a strong cheddar cheese than a calf milk.
I'd rather shop in a colorful market than on an Internet page.
Do you agree? But let me ask you: do you know something more hippie-fashionable than a vinyl record shop? And can you imagine something less profitable? Straight against 0,99€ MP3 downloads?
Let London talk about it. In the crowd of small independent shop near Notting Hill stands Gauguin Records Store. Its name due to the famous French artist who moved to Polinesia in the early '900s.
Would you come in?
It has a small room, but you can't help entering it. No board outside, but take a look at the window: a straw Tahitian hut with old record-builted walls. Bright wood shelves carved by an amateur, Keith Richards-haired owner and a steaming coffee cup on the table.
Tell me: don't you think that a Bob Dylan record must be bought right here?
Where you breathe acoustic guitar and drums, bell-bottomed trousers and cries of peace songs? Even Lady Gaga would feel hippy and free in Gauguin Record Store.
Dear category managers, packaging teachers, store-strategies experts, take a walk to Portobello Road and visit our friend who sells old records.
Nothing there is perfect, but everything is true. 

alessandro.giuriani@gmail.com
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I wake up always in shape, I get distorted by the others.
(Alda Merini)


mercoledì 25 gennaio 2012

Baita del Gioco d'Azzardo Ipocrita

Venghino Signori! Più gente entra, più bestie si vedono!
Supernealotto, Lotto, Gratta e Vinci, Win for Life, Casinò, Lotteria Italia: uno Stato socialmente responsabile è giusto che guadagni sul gioco d'azzardo?
Per le aziende private si parla di responsabilità verso i lavoratori e la comunità in cui operano; tale responsabilità non dovrebbe valere ancor di più per lo Stato che rappresenta tutti i cittadini?
Per natura mi astengo da considerazioni morali: in questa sede non mi sento di affermare che il gioco sia etico oppure no. 
Però non riesco a tenere per me alcune considerazioni logiche: spendere del denaro per scommettere, avendo contro tutte le probabilità matematiche, è da fessi.
In effetti quando nell'800 lo Stato divenne gestore del Lotto, l'Avanti (Quotidiano Socialista) coniò una definizione storica e definì questo gioco "la tassa degli imbecilli".
PROVIAMO A SALIRE DI UN GRADINO: chi gioca non lo fa per logica, altrimenti spenderebbe un euro per un buon caffè caldo anzichè per cercare di acquistare un sogno. Per di più in una bottega dove il negoziante sai già che nove volte su dieci si incamera l'incasso e non ti dà niente.


SECONDO GRADINO: qual è il motivo profondo che porta a sprecare risorse a favore di uno Stato che in altri momenti si cerca invece di turlupinare con ogni mezzo? Mi spiego: cosa porta il sig. Rossi a giocare 100€ all'anno al Lotto (ovvero regalare 100€ allo Stato) e a non pagare il canone Rai?
Oppure a perdere 100.000€ al Casinò invece di investirne altrettanti in BOT e avere una rendita sicura di almeno 3.000€ in un semestre?
La risposta a mio avviso ce la dà il sommo Schopenauer, grande scandagliatore di animi. Sentitelo: "Nessuno si è mai sentito felice del presente, se non da ubriaco"
Che sia questa profonda insoddisfazione del presente che spinge ad acquistare sogni da un bottegaio imbroglione?


TERZO GRADINO: la conseguenza di acquistare sogni puntando sui numeri è la gravissima rinuncia di sè stessi. Si spera nella mega-vincita, ma non si crede nelle proprie doti individuali per arrivare a costruire da soli la nostra fortuna. Così sarà più facile imprecare contro la sorte avversa piuttosto che ammettere di non essere stati abbastanza capaci.
Uno Stato che gestisce gli introiti derivanti da attività di questo settore è socialmente responsabile? Venite con me al quarto gradino.


QUARTO GRADINO: quando si paga per giocare si è felici. Avete mai visto qualcuno giocare al Lotto con la faccia triste? Oppure puntare alla roulette con gli occhi mesti? 
Faccia triste? Ci credo!
Confrontateli con i convenuti all'Agenzia delle Entrate: devono anche loro lasciare denari allo Stato, ma non hanno le stesse facce.
Conclusione: la tassa degli imbecilli è la tassa degli imbecilli allegri!
Facce allegre? Anche Caravaggio vi vedeva così!
Ma è geniale! Non ditelo a Monti sennò si mette a sgambettare il Ballo del Qua Qua sul tavolo della Merkel! Ha il modo di farci pagare col sorriso senza rischiare neanche uno sciopero. Neanche una sogliola in testa lanciata da un pescatore fumantino.


QUINTO E ULTIMO GRADINO: il fine giustifica i mezzi. La responsabilità sociale dello Stato è salva. Il gioco è un modo per reperire risorse e tutto sommato le persone scommetterebbero anche se non ci fosse il Lotto. Magari entrando in bische clandestine e arricchendo la malavita.

E allora bando all'ipocrisia dei quattro miseri Casinò a San Remo, Saint Vincent. Campione e Venezia. Lì si perdono milioni di euro felicemente e senza nemmeno una cartella esattoriale. Aumentiamoli, distribuiamoli, rendiamoli capillari sul territorio, come gli Uffici Postali.
Inauguriamo estrazioni del Lotto orarie (per i sogni della smorfia basterà un pisolino di pochi minuti), Sale Bingo 24h al giorno e Gratta e Vinci nelle stazioni dei Carabinieri.
Mi piace pensare che i denari così raggranellati andranno per infrastrutture, ospedali e forestazione. Qualcosa andrà anche in tangenti, ma nessuno è perfetto e in Italia lo sappiamo bene.


Cosa ne pensate?


alessandro.giuriani@gmail.com
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Sai che i cavalli sono più intelligenti dell'uomo. Non sentirai mai parlare di un cavallo che fa bancarotta per avere scommesso sulle persone.
(Will Rogers - attore nativo Cheyenne)

lunedì 23 gennaio 2012

Baita Fai Da Te n. 4: la Batteria ad acqua e sale

Tanti noi abbiamo un passatempo: c'è chi ama la fotografia, chi colleziona francobolli, chi cucina tre ore al giorno e persino chi dipinge soldatini.
Vi fidate dei suoi due hobby?
Sem Paton, come un mitologico drago a due teste, accoppia addirittura due hobby nel suo corpo soffice. La loro combinazione è esplosiva, eccola:
1) prevedere catastrofi dallo spazio dirette precisamente sul suo divano in salotto;
2) amare la corrente elettrica in ogni sua forma, un po' come i biscotti al burro che affollano la sua dispensa.
Ebbene oggi il congiungimento avviene. Catastrofe ed elettricità si intrecciano. A Sem Paton brilla un occhio di pantera sotto l'ispido sopracciglio a cespuglio.
Pronti? Eccolo che parte!

La catastrofe elettromagnetica colpirà la Terra dallo spazio quasi senza preavviso, senza concederci neanche quella ragionevole preparazione che abbiamo diritto di aspettarci (per esempio) dai pericolosi ma più prevedibili asteroidi in rotta di collisione contro il nostro pianeta. Quindici minuti prima di mezzanotte del 22 Settembre 2012 la sonda spaziale ACE - che tiene d'occhio il Sole - avvertirà i computer del centro spaziale Houston che una colossale bolla di plasma (particelle ionizzate ad alta energia) si è staccata dalla superficie della nostra stella e si sta dirigendo verso di noi. 
Aiuto! La Bolla arriva! Sem Paton Salvaci tu!
A me la bolla di plasma fa un po' schifo, mi ricorda il viscido Slimer di Ghostbuster
La super bolla di plasma cambierà la configurazione del campo magnetico terrestre.
Neanche una persona morirà ne riporterà danni immediati da quella colossale tempesta solare. Ma tutte le reti elettriche andranno in tilt,  perché la super bolla di plasma cambierà la configurazione del campo magnetico terrestre e questo indurrà a sua volta nelle reti un sovraccarico di corrente che fonderà milioni di trasformatori. Entro 90 secondi il buio scenderà (i famosi tre giorni di buio??) prima sulla costa orientale americana, poi nel resto del mondo. Si bloccherà tutto, perché tutto va a elettricità. Il primo servizio a saltare sarà l'acqua corrente , senza pompe a dare la spinta. Stop agli apparati elettrici che pescano la benzina nei serbatoi dei distributori e la riversano in quelli delle auto: quindi, in pochi giorni niente più macchine in circolazione. In 72 ore le apparecchiature di emergenza degli ospedali esauriranno l'autonomia. In un mese finiranno le scorte di carbone e non ne arriveranno altre
(e neanche di petrolio e d'altra parte le raffinerie non potrebbero lavorarlo). Pure le condotte del gas richiedono l'elettricità per funzionare, e così addio metano. Addio anche ai sistemi di refrigerazione e a tutte le scorte di cibo. nel giro di un anno milioni di persone moriranno per le conseguenze indirette della paralisi economica, gli Stati uniti verranno declassati dall'ONU a paese in via di sviluppo e l'economia mondiale impiegherà dai 4 ai 10 anni per riprendersi.

Niente paura! Questo era solo il primo hobby di Sem Paton. La sua seconda passione salverà il mondo. Chissà se alla NASA si sono già accorti di lui. Non mi stupirei di vedere a Houston il suo arcigno sopracciglio che supervisiona decine di astrofisici.
Prepariamoci costruendo delle batterie a poco costo e facilmente realizzabili,così un piccolo lumicino dalla forza di una candela illuminerà la nostra stanzaProvate a costruire una batteria usando dei semplici componenti che potete trovare in casa. Ecco quello che vi serve:
  • Due fili con le estremità spellate e pronte per essere collegate
  • 1 foglio di alluminio
  • Un bicchiere
  • Un paio di forbici
  • Acqua calda
  • Sale fino
  • Nastro adesivo
  • 6 monete di rame (ad esempio da 5 centesimi)
  • Un foglio di carta assorbente
  • Una mini lampadina da 1.5 volt
  • Un piatto di carta
Cosa fare:
Sciogliere un cucchiaio abbondante di sale in un bicchiere di acqua calda. Con le forbici tagliare 6 cerchi di alluminio e 6 di carta assorbente della stessa misura della moneta da 5 centesimi.

Prendere un cerchietto di alluminio (che sarà l'inizio della nostra pila) e fissargli con il nastro adesivo uno dei 2 fili. Immergere un cerchietto di carta assorbente nel bicchiere di acqua salata e posizionarlo sopra al cerchietto precedente. Prendere una delle monete di rame e posizionarla sopra ai 2 cerchietti precedenti. Continuare in questo modo fino ad esaurire tutte le monete e tutti i cerchietti. Chiudere la pila con la moneta di rame e fissare sopra ad essa l'altro filo (usando anche in questo caso il nastro adesivo).

Quello che dovreste aver ottenuto dovrebbe essere simile alla figura seguente:
Altro che Duracell!

La batteria voltaica fatta in casa

A questo punto unisci i due fili alla lampadina e se tutto è stato realizzato correttamente la vedrai accendersi.
Eureka!

La lampadina accesa in una rudimentale pila simile a quella costruita nel nostro esempio.







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Voglio rendere l'elettricità così economica che solo i ricchi si potranno permettere le candele.
(Thomas Alva Edison)


venerdì 20 gennaio 2012

Baita del running n. 1: Gambe storte e pedalare!

Gambe storte e pedalare!
Oramai ci conosciamo. Nelle nostre Baite amiamo ironizzare sulle cose grandi e adoriamo enfatizzare le piccole.
Ebbene, nello sterminato mondo delle corse a piedi amatoriali fa è capitato un vero e proprio evento. No, niente Maratona di New York, Parigi o Berlino. Parliamo di un evento vero con persone vere.
Il paese è Campolonghetto (UD): 13m sul livello del mare, 208 abitanti, una bocciofila e una chiesa parrocchiale.
La gara è la ventennale Marcia dei Magi, che ovviamente si tiene il 6 di gennaio sulle distanze di 6 e 15km. 
GIA' IL NOME E' SAPOROSO: non gara, non competizione, non maratona. Soltanto marcia, che sottintende un dovere quasi militaresco di arrivare in fondo, ma senza strafare. E' sufficiente anche camminare. Osservando gli atleti ci si accorge che l'invito è stato preso sul serio: dalle sessantenni in tuta a cagnolini meticci, tutti si muovono al passo che più aggrada.
Briefing pre-gara
AL DIAVOLO LE ISCRIZIONI ON LINE: il pagamento si effettua prima della partenza dentro la bocciofila. 2,50€ con tante scuse perchè dal 2012 la tariffa si è alzata di 50 centesimi. E' un rincaro del 25%, ma chissenefrega. Addirittura alcuni sperperano altri 3€ per acquistare le primule, anch'esse in vendita presso la bocciofila. Altri viziosi bevono un caffè al banco del bar in alluminio e fòrmica, proprio come quello dell'oratorio. E ci si diverte proprio come all'oratorio.
Alla conta finale gli atleti sono 697, tre volte e mezzo gli abitanti di Campolonghetto: se a New York succedesse lo stesso, la sua maratona avrebbe 24 milioni di partecipanti.
Il briefing pre-gara è sobrio e pratico come il Friuli dove si corre: un fantastico cartello con chiarimenti in lingua avverte che il percorso presenta delle insidie acquitrinose.
Abbasso le barrette energetiche!
DOPO 5KM IL PRIMO RISTORO: scordatevi barrette energetiche, carboidrati liquidi o amminoacidi. Pensate piuttosto a una degustazione di prodotti tipici preparati dalle signore del paese. Una tentatrice decanta noccioline tostate personalmente da lei, un'altra millanta ci sia del Tocai per gli atleti veri uomini, ma nessuno ci crede. A proposito, il Tocai è un nome oramai vietato, ma da queste parti le norme europee tendono a soccombere alla tradizione. 
Alla cometa svolta a destra
LA GARA SI SNODA IN UN LABIRINTO DI ARGINI: impossibile orientarsi se non col sole e le montagne all'orizzonte. Per il resto fango, pioppeti sterminati e rogge. Ma non ci si perde mai grazie alla intuizione da geni del marketing dell'organizzazione: ad ogni svolta le frecce direzionali hanno la forma e i colori della stella cometa. Mettono allegria, sono piantate nei prati e perfette per una Marcia dei Magi del 6 gennaio.
ALL'ARRIVO NON FIORI, MA OPERE DI BENE: pochi applausi, ma d'altronde questi marciatori non sono vanitosi in cerca di gloria. Piuttosto sono solidi camminatori senza grilli per la testa che vanno premiati in modo adeguato.
Per loro c'è il ristoro del traguardo, preso d'assalto come una trincea del vicino Carso. Ma è un assedio festoso a base di pandoro. Anche i cagnolini meticci dopo 15km sembrano andarne ghiotti.
E' proprio così banale amare le cose semplici?

alessandro.giuriani@citroen.com
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Lo stadio è per gli spettatori. Noi runners abbiamo la natura, ed è molto meglio.
                                                                                                     (Juha Väätäinen)

martedì 17 gennaio 2012

Baita del riutilizzo n. 3: i simboli esoterici

Oggi, osservando un pacco di pasta (per l'esattezza degli ziti appetitosi) mia suocera ha capito le pene che provarono i primi archeologi alle prese con i geroglifici egiziani.
Suocera decifratrice!
In fondo c'è da comprenderla. Aveva l'esosa pretesa di capire come andasse riciclato l'involucro e ha provato a decrittare le immagini esplicative sul retro.
Probabilmente chi le ha inventate è un appassionato di codici segreti e pensa che in cucina siamo tutti matematici decifratori del KGB.
Ecco l'enigma sul retro del suo involucro di pastasciutta


Due simboli affiancati.                 
Facilissimo! L'esperta ha sorriso con sufficienza. Omino col cestino associato a doppia freccia significa che si tratta di materiale riciclabile. Siccome poi la confezione al tatto sembrava plastica, ha dedotto che andasse nell'apposito contenitore.
Tutto sbagliato, errore! Anche la suocera, ultimo baluardo di civiltà, è stata ingannata dall'agente segreto appartenente all'Ufficio Complicazione Cose Semplici che ha inventato questi simboli. 
Volete sapere come si decifrano? Divertitevi qui sotto, Baite nell'Oceano ve li elenca con tanto di spiegazione.

L'ESILARANTE: Questo marchio è utilizzato per incoraggiare lo smaltimento responsabile degli imballaggi o dei prodotti nei cestini della spazzatura. E’ solo un consiglio. Non è obbligatorio. In Italia il pittogramma è utilizzato in sostituzione alla frase “non disperdere nell’ambiente dopo l’uso”.
In pratica: da buttare nel cestino e non per terra. Diciamocelo: come fare senza?

IL SURREALE: gli imballaggi recanti questo marchio sono prodotti da aziende che pagano i costi di recupero e riciclo ma che non necessariamente forniscono al consumatore ulteriori informazioni relativamente allo smaltimento, a meno che non sia accompagnato da altro simbolo di riciclo e di specifica del materiale.
Non avete capito niente? Consolatevi, non siete gli unici.
Dopo varie letture appare chiaro che questo simbolo non serve a niente.

IL VANITOSO: si possono attribuire 2 significati. Infatti 1) indica che l’imballaggio o il prodotto è fatto di materiale riciclato, 2) indica che l’imballaggio o il prodotto è riciclabile. 
A meno che non abbiate un microscopio, ecco un altro disegnino inutile.

L'EROE: ah, finalmente! questo marchio è un’indicazione del materiale utilizzato. Solitamente viene abbinato a un numero o a una sigla che identificano il materiale. Può essere utile ai consumatori nel separare i materiali al momento della raccolta differenziata.
Ma, cari consumatori, sostenete al più presto un esame di chimica. Guardate un po' quali sono i materiali da separare.

  • 1 - PET per polietilentereftalatoetichetta
  • 2 - HDPE polietilene ad alta densità,
  • 3 - PVC per polivinilcloruro,
  • 4 - LDPE per polietilene a bassa densità,
  • 5 - PP per polipropilene,
  • 6 - PS per polistirolo,
  • 22 - PAP per carta e cartone,
  • 40 - FE per acciaio,
  • 41 - ALU per alluminio
Non vedo l'ora di vedere la faccia di mia suocera quando cercherà di capire in quale sacchetto sotto il lavandino buttare il polivincloruro. 
Al di là dell'ironia, non comprendo perchè un cosa semplice, come l'elemento di cui è costituita una confezione, debba essere complicata e riempita di cavilli inutili.
In questi casi ritengo valga un principio universale: quante più persone devono essere toccate da un messaggio, tanto più c'è bisogno che questo sia immediato.
Tutti gettiamo via l'immondizia, forse non proprio tutti sappiamo destreggiarci tra i rebus delle etichette ambientali.

alessandro.giuriani@gmail.com
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- Ma che hai, ti vedo nervoso?
- Mi è arrivata l'immondizia da pagare. Trecento euro di immondizia e l'immondizia la metto io. E se la mettevano loro quanto dovevo pagare?
                                                                                                   (Ficarra e Picone)